Nel periodo festivo da poco trascorso, la Giunta regionale ci ha fatto un “regalo di Natale”, per dirla ironicamente e amaramente come Giuseppe Bellosi, noto studioso di folklore e antropologia culturale: è stata abrogata la legge che tutelava e valorizzava i dialetti della regione composita Emilia trattino Romagna. Ben presto si sono levate voci di dissenso e di denuncia, a cui ha risposto l’Assessore regionale sostenendo che tale vecchia legge non era altro che uno strumento da tempo inutilizzato, e l’operazione svolta era dettata dalla necessità di semplificare e ripulire la legislazione regionale. I finanziamenti sono altra cosa, sostiene l’Assessore.

Ora, a mio modo di vedere, se lo strumento non funziona più ed è inutilizzato, occorre sostituirlo prontamente ancor prima di eliminarlo. Troppo importante è la valorizzazione del nostro dialetto, così come indicava Umberto Eco pochi anni fa quando scriveva testualmente: “non vedrei male , una volta che sia assicurata a tutti i ragazzi una buona conoscenza della lingua nazionale (l’italiano), un’ora settimanale dedicata anche al dialetto locale”. E continuava: “ la cosa sarà altamente educativa …”. E aggiungo, tale iniziativa aiuterebbe i nostri bambini e ragazzi a meglio apprendere le lingue straniere e a meglio rapportarsi e integrarsi con i nuovi concittadini proveniente da altre parti d’Italia e del mondo.

I finanziamenti oggi più che mai sono problematici da reperire ma per una causa talmente nobile occorre fare uno sforzo. Il mio appello all’Assessore regionale alla cultura, in quanto amministratore direttamente interessato, così come alla Giunta della regione Emilia trattino Romagna ed a tutti i consiglieri, è volto a chiedere che dal fondo destinato alla Cultura vengano destinati più fondi alla valorizzazione e salvaguardia dei dialetti, sottraendoli invece a quelle attività di scarso o dubbio interesse che troppo spesso in passato sono state finanziate. Associazioni come l’Istituto “Schürr”, “Te ad chi sit e fiôl” e numerose compagnie teatrali dialettali, vanno maggiormente sostenute di quanto fatto in passato. Ormai la situazione è tale che non bastano più quei quattro soldi e la tanta voglia e passione che i volontari di queste associazioni donano. Occorre di più, occorre una volontà politica, trasversale, che spero vivamente la regione Emilia trattino Romagna, o chi per lei, riesca a trovare.