A un anno dalla scomparsa dell’Avvocato Riccardo Chiesa, il ricordo del Presidente del M.A.R. Giovanni Poggiali

 

Un anno fa ci lasciava Riccardo. Riccardo Chiesa, avvocato illustre e generoso, appassionato della vita, arguto, gaudente, diritto, combattivo, persona tanto buona quanto tenace.

Ottimo padre e marito.

Sempre attivo per la sua Cesena e la valle del Savio, per la musica, per lo sport ma soprattutto per la Romagna.

In tanti lo hanno salutato con affetto.

Tantissimi lo hanno ricordato e rimpianto.

Un anno dopo, per mio tramite, vuole tornare pubblicamente a farne memoria anche il Movimento per l’Autonomia della Romagna, il MAR, che in realtà lo porta nel cuore tutti i giorni come lui ha portato sempre nel cuore la battaglia autonomista.

Personalmente gli devo moltissimo.

Per tanti anni sono stato al suo fianco quando dopo la scomparsa dei fondatori, i giganti Servadei e Cappelli, lui presidente ed io suo vice abbiamo tenuto insieme come meglio abbiamo potuto il Movimento.

Quando Riccardo si accorse che le forze gli venivano meno ha fatto quello che fanno i galantuomini: un passo di lato.

Ed ecco che mi sono trovato a presiedere il MAR con lui presidente onorario.

E ancora è a lui che abbiamo chiesto di poter dare atto ad uno sviluppo del MAR, da lui battezzato con raccomandazioni ma senza esitazioni: ed ecco la nascita di Rumagna Unida, il figlio politico del MAR.

Il Presidente della Repubblica incontrando recentemente la Fondazione per la Sussidiarietà, tra le altre cose, ha detto: “È nel vivo della società che la sussidiarietà trova la sua radice più profonda e la sua ragione più esigente, perché essa è strettamente connessa con due valori di fondamentale rilievo: la libertà della persona e la solidarietà che essa esprime nell’ambito della comunità in cui vive e realizza la propria esistenza”.

E ancora: “Un modello (quello della sussidiarietà) che assicura spazi di autonomia, di partecipazione, di concorso delle persone, che trovano nelle formazioni espressive di valori e interessi delle comunità lo strumento per la loro affermazione sconfiggendo sia le pretese di massificazione del ‘900 – che hanno portato all’oppressione dell’uomo sull’uomo – sia quelle nuove, con la verticalizzazione del potere e la prevalenza di quello finanziario”.

E infine: “Le autonomie, territoriali e sociali, sono con evidenza incompatibili con i regimi autoritari, e proprio la loro inibizione è spesso la cartina di tornasole di restringimento delle libertà”.

Invito caldamente a rileggere il testo per intero.

Sottolineo come queste alte parole rendano più che mai giustizia a ciò per cui il MAR, e nel MAR Riccardo Chiesa con i migliori toni e le più centrate argomentazioni, si sono sempre lealmente battuti, rivendicando la specificità della storia romagnola e delle sue mille comunità sempre all’interno dei principi costituzionali e delle leggi come fatto esemplarmente nella lunghissima vicenda per il ricongiungimento alla Romagna dei comuni del Montefeltro.

Ed oggi che il principio democratico vive giorni difficilissimi e pericolosi sbandamenti si segnalano quotidianamente ovunque, anche nelle nazioni di più antico ordine parlamentare elettivo e di stato di diritto, la questione della Romagna assume tutto il suo rilievo andando persino oltre i contingenti problemi di subordinazione e di mancata rappresentazione istituzionale adeguata.

Riccardo aveva pienissima contezza della misura molto più grande del valore democratico di una pur importantissima faccenda di riscatto storico e territoriale e per lui come per noi, a maggior ragione, è sempre stato un grande onore poter servire la causa di questa nostra antica regione d’Italia e d’Europa.

Non dimentichiamo.

Giovanni Poggiali

Presidente del Movimento per l’Autonomia della Romagna